Le Fotografie
Peppino
De Filippo
"Ho fatto film con Totò
fin dal '56.Venne nel mio camerino al
Teatro delle Arti,mi pregò di
fare un film con lui,c'era solo una
traccia,non c'era neppure il titolo,bisognava
inventare tutto.Il titolo lo trovai
poi io e il film si chiamò Totò,Peppino
e la malafemmina,andavamo avanti a braccio,ero
soprattutto io che trovavo degli spunti,tiravi
fuori delle cose.[..]Il guaio era che
non c'era un vero e proprio copione,e
dovevamo per forza andare a braccio,una
cosa del genere la potevamo fare solo
noi,io e lui.Il film incassò
un miliardo e mezzo.[..]"
Nino
Taranto
"Con
Totò ci siamo conosciuti in un
teatro della periferia di Napoli,il
teatro Orfeo.Venne una sera ancora vestito
da militare,era più vecchio di
me,ma io avevo gia' cominciato a lavorare
nel varieta' fin da giovanissimo.All'Orfeo
mi esibivo in alcune macchiette e facevo
la parodia di una canzone di E.A.Mario,"Vipera",che
gli piacque molto,volle che gli ricopiassi
i versi.Una sera andai a sentirlo in
questa canzone,diventammo amici cosi'.[..]Ho
sempre sperato di poter fare qualcosa
con luiin cinema.Capito' l'occasione
con Totòtruffa '62 e la cosa
non si fermo' li,facemmo sei film in
due anni.Recitavamo a braccio,inventando
al momento.[..]In Totòtruffa
'62 mentre giravamo la scena della fontana
di Trevi,si e' fermato il traffico,la
gente credeva che facessimo sul serio,non
s'era accorta che stavamo girando un
film."
Vittorio
De Sica
"Bastano i pochi film buoni che
Totò ha fatto,tra i quali per
esempio Guardie e ladri e il piccolo
episodio ne L'oro di Napoli a metterne
in risalto tutta la sua straordinaria
bravura.Ma a parte l'artista ricordare
l'uomo Totò mi riempie di commozione:era
veramente un gran signore,generoso,anzi,generosissimo.Arrivava
al lunto di uscire di casa con un bel
po' di soldi in tasca per darli a chi
ne aveva bisogno e comunque,a chi glieli
chiedeva.[..]Totò e' senz'altro
ina delle figure italiane piu' importanti
che abbia conosciuto nella mia carriera
e nella mia vita.
Aldo
Fabrizi
"Lavorare
con Totò era un piacere,una gioia,un
godimentoperche' oltre ad essere quell'attore
che tutti riconosciamo era anche un
compagno corretto,un amico fedele e
un'anima veramente nobile.[..]Arrivati
davanti alla macchina da presa,cominciavamo
l'allegro gioco della recitazione prevalentemente
estemporanea che per noi era una cosa
veramente dilettevole.C'era solamente
un inconveniente,che diventando spettatori
di noi stessi ci capitava frequentementedi
non poter piu' andare avanti per il
trppo ridere".
Silvana
Pampanini
"Totò era un vero gentleman
dalla punta dei capelli fino alla punta
dei piedi,era un professionista favoloso,molto
signore,e molto bravo.[..]Con lui ho
fatto 47 morto che parla,che era poi
"L'avaro" di Moliere.Totò
aveva un'ammirazione immensa per me,certo
ero molto giovane,ma con una discrezione
tale,con una signorilita' tale.[..]Era
sempre molto gentile e carino,nel camerino
mi faceva trovare i mazzolini di fiori,quelli
tutti montati con sotto il pizzo,delicatissimo,il
profumo,i cioccolatini.Un giorno venne
da me per dirmi:"Silvana,ci pensi".Allora
a me usci' quella frase che mai avrei
voluto rispondere ma non si poteva piu',ormai
era detta:"Totò,io ti voglio
molto bene,ma come a un padre".Ecco.Lui
ha capito e ha seguitato a volermi bene,siamo
rimasti sempre amici.Ci siamo incontrati
tante volte e anzi lui mi adorava ancora
di piu' proprio pensando che ero una
ragazza a posto che non avevo approfittato
di questa situazione."
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