Sette Ore di Guai

1951

Regia : Marcello Metz, Vittorio Marchesi
Soggetto : dalla farsa "'Na creatura sperduta" di E.Scarpetta
Sceneggiatura : Metz,M.Marchesi,Age,Scarpelli,E. Passarelli
Fotografia : Rodolfo Lombardi
Scenografia : Alberto Tovazzi
Musica : Pippo Barzizza
Montaggio : Franco Fraticelli
Aiuto regia : Mario Mariani, Carlo Moscovini
Direttore produzione : Silvio Clementelli
Produzione : Golden Films-Humanitas Film,Roma
Durata: 80 minuti
Interpreti e personaggi:
Totò ( Totò De Pasquale )
Carlo Campanini( il signoe Romolini )
Isa Barzizza( Amelia )
Giulietta Masina( la figlia di Romolini )
Clelia Matania( Angelina, la moglie di Totò )
Mario castellani( Antonino )
Eduardo Passarelli( l'avvocato Peppino Spinaci )
Guido Celano( Achille )
Alberto Sorrentino( Raffaele )
Galeazzo Benti( Ernesto )
Arturo Bragaglia( Arturo )
Nino Milano( Matteo )
Gildo Bocci( l'ubriaco )
Gisella Monaldi( Carmela )
Bice Valori( Maddalena, la balia )
Ughetto Bertucci( Annibale )
Carlo Mazzarella( Ludovico )
Lina Del Balzo( donna Lucrezia )
Gianni Baghini( commesso pasticceria )
Elsa Pavani( Bettina )
Andrea De Pino( il signore con 5 figli )
Liliana mancini( la ragazza sull'autobus )

Soggetto

Nel giorno del battesimo il figlio di Totò viene sottratto alla balia dal marito di questa.Totò affida alla ignara moglie un bambino preso in prestito e parte per Marino dove crede sia stato portato,per errore,dei vicini di casa.Rapisce il vero bambino dei vicini e per poco non viene linciato.Tornato a casa ritrova suo figlio già battezzato.

Critica e curiosità

E' il primo dei quattro film ispirati all'opera di Eduardo Scarpetta , anche se si aggancia a " Prima comunione " di Blasetti uscito l'anno prima dove pero' a scomparire era il vestito . Malgrado qualche buona critica il film non ottiene consensi al botteghino e anzi col tempo viene quasi dimenticato , ottiene qualche passaggio su qualche rete locale e dopo oltre 45 anni dalla realizzazione viene riversato su Vhs e allegato ad un quotidiano nazionale .
Arturo Lanocita scriveva : " Dare all'irrequieta comicità di Totò la disciplina di un film costruito e' come incastrare un torrente nell'alveo in muratura ; schiumeggia meno , fa minor fracasso , perde un pò del suo pittoresco , ma non ristagna poi negli acquitrini e arriva alla foce .[..] Totò ha modo di dare al suo personaggio la razionalità accettabile di un tipo , dopo essersi in troppi film meccanizzato nella rigidità legnosa della marionetta .

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