Totò e i Re di Roma

1952

Regia : Steno, Monicelli
Soggetto : tratto da racconti di Anton Cecov
Sceneggiatura : E. De Concini,P. De Filippo,D.Risi,Minicelli
Fotografia : Giuseppe La Torre
Scenografia : Alberto Tavazzi
Musica : Nino Rota
Costumi : Giuliano Paci
Montaggio : Adriana Novelli
Aiuto regia : Luigi Fulci
Direttore produzione : Romolo Laurenti
Produzione : Golden Films-Humanitas Film,Roma
Durata: 95 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Ercole Pappalardo )
Anna Carena( Armida, sua moglie )
Giavanna Pala( Ines )
Anna Vita( la figlia maggiore )
Eva Vaniceck( Susanna )
Alberto Sordi( il maestro elementare )
Giulio Stival( sua eccellenza Longherozzi Schianchi)
Gianni Glori( Giorgio )
Ernesto Almirante( il "Padreterno" )
Giulio Calì( il suonatore di tromba )
Erminio Petacci( Filippini )
Pietro Carloni( Capasso, il capoufficio )
Francesca Pietrosi( una squillo al Sistina )
Marisa Fimiani( un'altra squillo al Sistina )
Italia Marchesini( la signora Sconocchia )
Lilia Landi( la contessa al Sistina )
Ada Mari( la maestra esaminatrice )
Paolo Ferrara( un maestro esaminatore )
Eduardo Passarelli( un'altro maestro esaminatore)
Nino Milani( l'impiegato allo sportello )
Amedeo Girard( l'usciere dell'Olimpo )
Giulio Battisteri( il guardiano dell'Olimpo )
Armando Annuale( un orchestrale )
Mario Maresca( Trifossi )

Altri interpreti :
Rio Nobile,Amerigo Santarelli, Nino Marchetti,
Eugenio galafini,Celeste Almieri, Gorella Gori,
Alfredo Ragusa, Mimmo Poli

Soggetto

Ercole,impiegato del ministero sogna la promozione,ma una sera a teatro sternutisce sul capo del suo direttore dando inizio ai propri guai.Per conservare il proprio posto di lavoro deve fare un esame,ma viene bocciato.Decide di morire per dare cosi' in sogno alla propria moglie dei numeri vincente. Ma dall'aldilà questo non e' permesso, sta per essere catigato ma quando colui che lo deve giudicare viene a sapere che in vita ha lavorato per 30 anni al Ministero...viene subito spedito in paradiso.

Critica e curiosità

Si tratta dell'unico film in cui Totò e Alberto Sordi recitano insieme , epica la famosissima scena degli esami in cui Totò da' addosso all'odioso esaminatore - Sordi . Anche questo film ebbe guai con la censura , infatti il film entrò in sala di montaggio nell'ottobre del '51 ma uscì nella sale solo alla fine del 1952. Inizialmente il titolo dveva essere " E poi dice che uno..." e anche il finale a causa della censura sembra avvolto nel mistero, il film termina con Totò che viene spedito in paradiso mentre una voce fuori campo annuncia "E questo fu il sogno di Ercole Pappalardo", il regista Monicelli afferma di aver girato la scena in cui Totò si risveglia ma non ricorda di averla montata. Censurata anche la risposta dell'archivista capo Totò alla domanda del maestro Sordi sul nome di un pachiderma, la risposta è "Bartali" ma la voce non e' quella di Toto' la risposta originale poi censurata e' stata sicuramente tutt'altra lo si evince anche dal movimento labiale di Totò.....

Scriveva Ugo Zatterin (Il Giornale d'Italia 19/10/1952)
"Ieri Rascel chiedeva ispirazione a Gogol per proporci in una equivoca chiave d'umorismo il dramma del piccolo impiegato; oggi lo stesso dramma ce lo propone Totò sulla scorta, nientemeno, di Cecov e in una chiave anche più apertamente farsesca. Cecov, però, in questo film è presente solo con lo schema esteriore e molto travisato di due suoi racconti fusi insieme, e ancora una volta a predominare nella vicenda e a improntarla di sé è unicamente Totò con i suoi caratteristici atteggiamenti comici e il suo facile spitito parodistico.[...] Naturalmente questa paradossale conclusione e le situazioni che abbastanza disordinatamente la precedono sono vistosamente condite di facili spunti ispirati alla più convenzionale contingenza politica e alla parodia di un certo costume burocratico; ad essi si alternano momenti di più sommessa polemica [...]".

E Franco Zannino (Rassegna del film 11/2/1953)
"[...]Con Totò e i re di Romo i due registi sono rientrati negli schemi deprecati e il comico napoletano è tornato alla sua ormai scontata maniera farsesca e marionettistica. Con un'attenuante, però: che questo film - come già Guardie e ladri - sì discosta, sul piano del contenuto, dai soliti pasticci a base di gambe nude (in verità, ci sono anche le gambe nude, ma ad esse è riservato un posto marginale). Nei titoli di testa si legge il nome di Cechov: un semplice pretesto.Se negli autori c'era, per caso, la vaga intenzione di erigere una specie di contraltare a Il coppotto (1952) di Lattuada (dove l'origine letteraria è Gogol), contrapponendo al copista Rascel l'archivista Totò, essa è miseramente fallita [... ]".

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