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Il Quattro Fontane s'è riaperto ieri con uno spettacolo
divertente e festoso. Una nuova rivista di Michele Galdieri,
nella quale lo spirito è felicemente alternato con
motivi musicali e coreografici. Quando meno te l'aspetti
appartiene al genere fortunato degli spettacoli di Galdieri.
Numerosi quadri sono di natura parodistica e satirica, e
da questo punto di vista sono certamente i più gustosi
dello spettacolo. Allusioni abbastanza trasparenti ad avvenimenti
del mondo cinematografico sono state accolte dal consenso
del numeroso pubblico. Naturalmente anche in questa rivista
non mancano i rituali sacrifici alla signora delle camelie;
così come non manca il quadro d'ispirazione letteraria,
con toni comico-morali-crepuscolari. Ma il tutto è
sapientemente combinato, dosato e agitato prima dell'uso,
così che il pubblico ha riso largamente, s'è
riempito gli occhi di luci e muliebri esibizioni e gli orecchi
di allietanti musichette. Galdieri ha il segreto di questo
genere di riviste, di cui il motivo dominante è tratto
dalla vita di ogni giorno osservata attraverso le lenti
di un buon senso allegro e disinteressato. Ed ecco perché
i quadri apertamente farseschi e parodistici sono più
apprezzati dalla platea di quelli volutamente satirici e
moraleggianti. Totò, in uno spettacolo che non si
regge solo sulle sue spalle, ha avuto modo di mettere in
migliore luce la sua personalità di mimo e di comico
di gran razza. Il suo apparire è stato sempre salutato
da un'ilarità istintiva, ogni sua mossa, anche le
più classiche e stereotipate, è apparsa irresistibile
[...] " .
[Vice], Il Messagero , Roma , 26 dicembre 1940
" Tutto il meglio che c'era sulla
piazza è stato preso da Galdieri per la nuova rivista
Quando meno te l'aspetti . Perfino troppo, nel senso che
i numeri costringono l'autore a ridurre al minimo il testo.
E il pubblico vuole dal fortunato Michele la satira, l'intreccio
, la trovata base , Totò e la Magnanisono il binomio
clamoroso dello spettacolo. Totò è apparso
in frac. Sono sicuro che ha accettato di entrare in questo
lavoro per il frac. Tutta la sera egli è stato brillante
e leggero. Non sapeva la parte secondo il solito tuttavia
era contento di ritrovarsi sul palcoscenico dopo la lunga
cattività del cinema, come un'anitra nell'acqua,
e inventava molte cose curiose: a un tratto si fece dare
il copione dal suggeritore per rammentarsi una battuta.
Questo straordinario individuo è minato dalla pigrizia.
[...]. Mi pare che nel finale Galdieri abbia esposto con
avarizia una sicura idea, anche da un punto di vista coreografico:
il tempo visto attraverso le operette famosissime poteva
permettere qualunque sorpresa scenica. Ma io sono esigente
con Galdieri perché egli è in grado di prepararci
come nessun altro, nel suo campo, qualche cosa di inedito
" .
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